Prevedere un terremoto significa sapere in anticipo che in una certa zona, un certo giorno, a una certa ora e con una certa intensità si verificherà un terremoto; in questo modo la popolazione potrebbe essere allertata e trasferita in luoghi più sicuri.
La previsione degli eventi sismici viene effettuata in modo
probabilistico: un certo territorio viene studiato dal punto di vista
della frequenza e dell’intensità dei terremoti che si sono verificati, per definire la pericolosità sismica dell’area in esame, cercando di valutare l’intensità con cui un terremoto si potrebbe manifestare.
Si studiano inoltre i fenomeni che precedono l’evento in tempi diversi.
Alcuni di essi sono di tipo fisico, come microsismi; altri sono di tipo chimico, come la variazione della concentrazione dei gas radioattivi nell’acqua delle falde superficiali e le variazioni di temperatura; altri ancora di tipo biologico, come il comportamento anomalo di animali.
Raccogliendo ed elaborando i dati, si può in tal modo stabilire il grado di sismicità di un territorio e valutare il rischio sismico di quel territorio.
Tra il 1980 e il 1984 è stata disegnata la mappa di classificazione sismica del territorio.
L’Istituto Nazionale di Geofisica gestisce e coordina una rete di rilevamento composta da quasi 70 stazioni. I dati sono rilevati “in continuo” e trasmessi in tempo reale al centro elettronico dell’istituto, che poi li elabora e li pubblica. Misure di prevenzione e difesa consistono nel costruire edifici antisismici, cioè progettati e costruiti con particolari accorgimenti e procedere a un intervento sistematico di consolidamento del patrimonio edilizio di tutte le aree a elevato rischio sismico.La realizzazione di ciò può essere effettuata in un lungo arco di tempo e attraverso una concreta e precisa pianificazione degli interventi di risanamento.